La nostra gioia trasformata in lutto
05-03-2005
Liberazione di Giuliana Sgrena-Morte di Nicola Calipari
La nostra gioia trasformata in lutto
Dichiarazione Arci Nazionale
Doveva essere il tempo della festa, dopo un lungo mese di angoscia. E'invece il tempo del lutto e del dolore.
Giuliana Sgrena è libera. Nicola Calipari è morto.
Ci stringiamo intorno alla famiglia e ai colleghi del liberatore di Giuliana, caduto per proteggerla.
Invitiamo tutti i comitati e i circoli dell'Arci a esprimere concretamente il nostro cordoglio, esponendo le bandiere della pace abbrunate.
Oggi è così che vogliamo esprimere la nostra opposizione alla guerra, la nostra lotta per la pace.
Nicola Calipari è stato ucciso dal fuoco statunitense. Chi occupa l'Iraq con la scusa di portare stabilità e sicurezza, si conferma ancora una volta portatore di disordine e di morte.
Ci sentiamo ancor più vicini alla popolazione irachena, costretta a vivere chissà quante volte lo stesso dramma che oggi ci tocca così da vicino.
Questa tragedia ci consegna un'altra ragione per intensificare l'impegno perché finisca l'occupazione dell'Iraq e perché le truppe italiane siano riportate immediatamente a casa.
Vogliamo che il nostro paese prenda lezione dall'esempio di Giuliana Sgrena e Nicola Calipari che, da collocazioni molto diverse, si sono spesi in Iraq con competenza e capacità, confidando nel dialogo e nella negoziazione, dalla parte delle vittime.
E' questo il ruolo che vogliamo assegnare all'Italia nello scenario iracheno. La complicità e la connivenza con l'occupazione deve finire, per dare un vero contributo alla stabilizzazione del paese.
La guerra non porta pace, la guerra genera guerra.
Chiediamo alle forze politiche dell'opposizione e a tutte le istituzioni democratiche di impegnarsi non solo perché sia fatta piena luce sull'accaduto ma anche per riportare al centro del dibattito politico la richiesta di ritiro delle truppe.
Il movimento per la pace, come ha dimostrato la grande manifestazione del 19 febbraio, proseguirà il suo cammino con maggiore determinazione.
Un grande abbraccio a Pier, alla famiglia Sgrena, ai compagni e alle compagne del Manifesto. A Giuliana, la cui sofferenza non è finita, tutto il nostro immenso affetto.
Roma, 5 marzo 2005