Campi antimafia 2013 - Diari dalla Puglia
27-08-2013
Giorno per giorno, il diario dei volontari che hanno raggiunto Torchiarolo (BR) in Puglia
per lavorare in uno dei campi antimafia organizzato da Arci insieme a Libera e SPI-CGIL.
27 Agosto 2013
Vi scriviamo dalla villa confiscata all'ex cassiere della Sacra Corona Unita. In realtà la pretenziosa costruzione avrebbe bisogno di una bella manutenzione. Speriamo di poter dare il nostro contributo anche in questo. Intanto, dopo una sveglia “notturna”, Enzo, della cooperativa Terre di Puglia, ci conduce nel bel vigneto appena fuori del muro di cinta e ci dà il compito di liberare i turgidi grappoli di Negroamaro dalle foglie in modo che possano prendere aria e sole (“defogliazione selettiva” scrive qualcuno in un qualche resoconto misterioso). Una pioggerellina intermittente ci impedisce di soffrire troppo per la calura e dopo qualche ora diversi filari sono fatti.
Nel frattempo le nostre maghe Tina, Tania e Margherita non solo hanno preparato un pranzo prelibato ma hanno anche scovato un tenerissimo gattino nero di pochi giorni.
Nel pomeriggio ci vengono a far visita per il momento di formazione Alessandro Cobianchi dell'ARCI nazionale, Alessandro Leo, presidente della cooperativa Terre di Puglia, Michela Almiento della CGIL ed altri ospiti.
Alessandro Cobianchi ricorda la nascita della Carovana Antimafia nel 1994, subito dopo le stragi, anni nei quali si parlava solo di Cosa Nostra e ci dice che nemmeno tra i Pugliesi vi era la consapevolezza dell'efferatezza e della brutalità delle diverse mafie della regione (dove non vi è solo la Sacra Corona Unita). “Abbiamo perso tempo” dice Alessandro, ma poi ammette che in questi vent'anni l'antimafia sociale ha lavorato bene. Una delle cose piu' importanti sono appunto questi campi della legalità che costituiscono una preziosa occasione per far circolare le idee che stanno loro a cuore.
Anche Alessandro Leo sottolinea l'importanza dei campi come momento di sintesi tra l'azione repressiva delle forze dell'ordine con la confisca e quella dei cittadini con il riutilizzo dei beni confiscati. “Questi beni che sono frutto di rapina e di sottrazione dal territorio testimoniano così la possibilità di una restituzione al territorio stesso.” Alessandro ci racconta delle difficoltà iniziali, degli incendi subiti, delle minacce a chi veniva a lavorare per loro. “In questi vigneti si respirava un'aria ben diversa”. E termina illustrandoci i progetti che hanno in mente tra i quali la realizzazione della cantina nelle stalle accanto alla villa e i cui lavori dovrebbero partire a fine anno.
Infine Michela (il cui intervento è stato suggestivamente accompagnato da una sorta di inquietante tornado) ci racconta come l'economia criminale condizioni qui i rapporti di lavoro e del fatto che la CGIL ha intenzione di organizzare una serie di incontri tra i giovani che vengono da tutti Italia per i campi ed i loro coetanei brindisini.
Vorremmo fare tante altre domande ai nostri ospiti ma si è fatto tardi e li lasciamo andare ad affrontare la burrasca sperando di poter soddisfare le nostre curiosità nei prossimi giorni.
A cena un brindisi brindisino con il buon rosato della cooperativa. Ma i “nostri” grappoli liberati come staranno?
Alice, Chiara, Fiore, Giovanni, Gianni, Giulio, Giuseppe, Isadora, Isaia, Laura, Maria Letizia, Margherita, Sergio, Silvia, Tania, Tina e la piccola Gioe.
28 agosto 2013
Questa mattina abbiamo lavorato a Mesagne, un medio comune a 20 km da Torchiarolo.
Alle 5.45 ci siamo presentati pronti e rivestiti con una maglietta rossa molto trend del progetto PON Sicurezza 2013 e, una volta arrivati a Mesagne, Vincenzo, il Virgilio del nostro viaggio nelle Terre di Puglia, ci ha indicato qual che dovevamo fare con la tranquilla non-curanza di chi ha sempre lavorato la terra: dovevamo togliere l'impianto di irrigazione (tubi parzialmente interrati) dalla coltivazione di fiaschetti, i pomodori originali di queste terre.
Ci ha lasciato di sasso la costatazione che sarebbero rimasti sul terreno molti quintali di ottimi pomodori, quelli tunisini costano meno. Questo spreco, che è un tributo alla globalizzazione del mercato, ci è sembrato non solo profondamente ingiusto, ma ci ha fatto pensare alle difficoltà con cui i soci della Cooperativa devo quotidianamente fare i conti.
Abbiamo avuto timore che il compito fosse superiore alle nostre forze, essendo anche a ranghi ridotti in quanto la decisione di visitare Lecce la sera ci ha indotto a lasciare un aiuto in più al nostro team di cucina il cui compito era quello di preparare oltre al pranzo la cena per la sera. Nonostante l'incredulità di Vincenzo abbiamo finito e questo ha enormemente aumentato la nostra autostima, ma nell'ordine le sofferenze sono state: trovarci bagnati fradici di sudore impastato a terra e polvere; il sole ad un certo punto ha deciso di infilzarci con i suoi caldi raggi aggiungendo al sudore e alla polvere la sete; molte spinosissime piante non solo ci hanno inondato dei loro frutti spinosi attaccandosi ai nostri vestiti, ai lacci delle scarpe e ai guanti da lavoro, ma si sono seriamente adoperate a tenere imprigionati nelle loro radici i tubi da irrigazione, mentre noi tiravamo moccoli ed imprecazioni per sradicarli.
Alle 10.20 Isadora e Chiara hanno telefonato a Vincenzo e ci hanno comunicato il “liberi tutti”: finalmente un po' di riposo!
A questo punto Fabio, l'agronomo della Cooperativa, ci ha illustrato il progetto, ancora a grandi linee, della masseria didattica : una nuova attività rivolta ai ragazzi delle scuole, ma non solo. Il progetto si svolgerà all'interno di una struttura esistente sulle terre di Mesagne, oggi molto ben ristrutturata, che era originariamente un ovile e che al momento della stipula del comodato tra la Cooperativa Terre di Puglia e il Comune di Mesagne era un rudere.
Al momento del rientro Giovanni (uno Spi-rito libero di 73 anni) ci guarda con i suoi occhi sorridenti ed ironici ed esclama: “E' stata una bella sfida. Ho scommesso con Vincenzo che avremmo finito in tempo e questa volta ho avuto ragione io!!!”
Nel pomeriggio abbiamo avuto un incontro con Attilio Chimienti, responsabile dei beni confiscati della Puglia per Libera, il quale ci ha illustrato le particolarità della Scu rispetto alle altre mafie esistenti sul territorio e nelle altre regioni ed ha sottolineato come la legalità non sia un di più ma un valore e una pratica fondante della vita civile e democratica ed anche dell'azione dello Stato.
Chiudiamo il racconto di oggi condividendo un aneddoto che potrebbe far sorridere, ma ci ha tenuti impegnati in discussioni e scervellamenti per giorni.
Può un materasso essere al centro delle discussioni di gruppo di lavoro sceso in Puglia per lavorare le terre confiscate? La nostra risposta è: “Sì!”. Nella fattispecie il numero di materassi ortopedici in villa è di numero inferiore rispetto agli Spi-riti liberi presenti al campo. L'organizzazione ha provveduto nell'ospitalità dei partecipanti con un appartamento a Torchiarolo che potrebbe ospitare le persone in sovranumero, ma i partecipanti hanno deciso di presidiare nei 10 giorni in cui sono qui l'imponente villa confiscata al capo clan Screti della Scu, che sembra posta a guardia degli ettari di terra, per la maggior parte coltivati a vite, assegnati alla Cooperativa Terre di Puglia.
L'argomento è stata l'occasione giusta per confrontarci sulla necessità di reperire ancora maggiori risorse rispetto alle esistenti da investire nella manutenzione e nel miglioramento della villa che, in quanto bene confiscato ed assegnato, è patrimonio della comunità tutta. Di tutti i singoli, e non solo della Cooperativa o delle Associazioni partner, quindi il diritto/dovere di impegnarsi affinché la struttura sia mantenuta nelle migliori condizioni possibili.
Crediamo che l'impegno di tutti anche nelle piccole cose possa essere un bell'esempio di un modo di pensare che dovrebbe e potrebbe diventare “normale” in un paese civile che va oltre il proprio immediato particulare.
Alice, Chiara, Fiore, Giovanni, Gianni, Giulio, Giuseppe, Isadora, Isaia, Laura, Maria Letizia, Margherita, Sergio, Silvia, Tania, Tina e la piccola Gioe.
29 agosto 2013
Ore 6 sveglia! Orario di lusso per cominciare a lavorare. Primo compito di oggi è stato quello di sistemare Villa Santa Barbara per accogliere gli ospiti della “Festa di chiusura dei campi della legalità di Torchiarolo” anche detta “frisellata”. Pulizia dei vialetti e delle zone verdi da foglie cadute e oggetti inaspettati (vedi pentole) ci hanno tenuti occupati per circa 2 ore. Quando arriva Enzo ci trasferiamo nel vigneto di Negroamaro dietro la villa, dove iniziamo, finalmente dopo 2 giorni di pioggia, la raccolta dell' uva che verrà utilizzata per il passito, prodotto per la prima volta dalla Cooperativa Terre di Puglia. In realtà il nostro aiuto è stato di sostegno alle donne operaie. Il trattore ci seguiva lungo i filari trasportando le cassette vuote, piene di grappoli d'uva e Giò, trasformatosi per l' occasione in Don Giovanni col cappello di paglia, la cui attenzione era richiamata soprattutto dalle donne presenti per recuperare le cassette cariche d'uva. Grazie alla simpatia e all' abilità delle operaie la mattina di lavoro è trascorsa veloce insieme al sole, il caldo e il vento di tramontana. Il “tran tran” pomeridiano è iniziato presto rispetto ai giorni passati per essere pronti per la serata. Oltre alle pulizie ordinarie, tanti di noi sono stati coinvolti nella preparazione della cena e in particolare per tagliare chili di pomodorini per le friselle. Un momento di incontro pomeridiano tra tutti i campisti ha permesso di fare il punto della situazione sull' esperienza vissuta da ciascuno fino ad ora. Dopo il momento di condivisione gli invitati sono arrivati e la festa cominciata con una visita della Villa da parte di tutti gli ospiti accompagnata dalle parole di Alessadro Leo, Presidente della cooperativa, che dalla terrazza ha raccontato la storia della villa e ha ricordato il primo evento per festeggiare la sua assegnazione alla cooperativa. Un luogo simbolo del potere mafioso locale riconsegnato alla cittadinanza. Ha sottolineato, inoltre, l' importanza di non mettere all' asta i beni confiscati perchè facilmente riacquisibili dalle mafie. Spostandoci nel cortile Giò e Sergio, il vero Don Giovanni della compagnia, aprono la serie di interventi con la loro esibizione. Michela Almiento, CGIL di Brindisi, ha sottolineato l' importanza dei campi di volontariato e della presenza dei partecipanti a questi. Ha poi preso la parola un rappresentante dell' Amministrazione di Torchiarolo che ha evidenziato la necessità di trasmettere i valori della legalità fin da bambini. E' la volta di Serena Sorrentino, della Segreteria Nazionale CGIL, rispondendo alla domanda di una delegata FINLEA sul caporalato ha messo in rilievo l' impegno del sindacato anche al di fuori dei luoghi di lavoro. Secondo la Sorrentino gli strumenti non sarebbero sufficienti a contrastare nuove forme di schiavitù come il caporalato nonostante sia stato riconosciuto come reato. Ha inoltre posto l' attenzione sulla Legge ad iniziativa popolare promossa da CGIL in collaborazione con altre associazioni volta ad assicurare un futuro alternativo al fallimento per le aziende confiscate. Come ogni festa che si rispetti si è poi passati a banchettare e danzare in allegria con la musica degli School of Rock, un gruppo di giovani artisti locali. Partita a scopone scientifico 11-1, rotolo alla nutella e... shhhhh... buona notte a tutti!
30 agosto 2013
Il disco rosso appena sopra l'orizzonte apre la nostra giornata: buon giorno Puglia! Il tempo asciutto e ventilato ci assicura un'altra mattinata di vendemmia “a scopo passito”. In realtà il nostro compito consiste nel fare da assistenti alle cinque operaie addette alla vendemmia. Come sono belle queste donne, quasi tutte formose, con i loro cappellini dai quali spunta la coda di cavallo, con i loro portaoggetti cuciti in casa legati alla vita! Mi ha sempre colpito come le donne appena stanno insieme riescano a raccontarsi di sé anche se non si conoscono affatto. Così in poco tempo, dallo scambio di ricette, si passa al racconto delle loro preoccupazioni per i figli, avuti tutti in giovanissima età, del lavoro che manca, dei loro parti, della fatica di lavorare sui campi ma “sia ringraziato Dio” che oggi si guadagna la giornata, dei loro anni trascorsi in Germania a seguito del marito emigrato. Allora ti vengono in mente le scartoffie che ti aspettano in ufficio e ti rendi conto che Concetta, Antonella, Enza, Giovanna e Vanda con il loro sorriso e il loro dialetto incomprensibile te le porterai nel cuore.
Nel pomeriggio gita a Mesagne, cittadina di 30 mila abitanti con un bel centro storico, divenuta una sfida alla Sacra Corona Unita che fino a pochi anni fa era acquartierata nel quadrilatero del castello, da dove dirigeva tutte le attività illegali stabilendo chi poteva entrare o meno. Ivano della cooperativa Terra di Puglia parla con una certa tensione emotiva del lungo percorso che Libera ha fatto per trasformare la “normalità” mafiosa in una rinascita di legalità. “Ma hai paura?” gli chiediamo. Con grande onestà ci risponde di sì ma ciò non gli impedisce di andare avanti nel suo percorso di creazione di lavoro “pulito”.
Ivano ci riconduce nella affascinante sede della cooperativa e ciascuno di noi si sente “a casa”: guarda e valuta i prodotti del lavoro della cooperativa, li acquista per portarli con sé a testimonianza che un'altra Italia è possibile.
Poi in gruppi, guidati da differenti interessi, sciamiamo per le vie di Mesagne in cerca dei “segni” del cambiamento. Sembra tutto uguale ad ogni piccola città turistica durante l'estate: lo struscio dei turisti, i venditori fuori delle loro botteghe ad invogliare il turista allo shopping. Eppure camminando senza fretta riscopriamo realtà, che sembravano perse per sempre e che forse possono “rinascere”. Una bottega di barbiere con due poltrone girevoli in pelle (tali e quali a quelle del film “Il Padrino”) con il padrone e la moglie che conversano rilassati. Entro e chiedo se un certo tipo di rasatura viene praticato ancora. Il Figaro di Mesagne mi spiega che purtroppo è stato soppiantato da un altro più moderno per esigenze di tutela della salute, ma che la tecnica e la sua “mano” sono le stesse. Poi la sorpresa: è un tifoso della Roma e finiamo di parlare di Giannini (il mitico principe romanista) e di Totti. Poi la coppia, in uno slancio di simpatia per me Romano mi dice che a ottobre verrà a trovare Papa Francesco.
Ci ritroviamo alla spicciolata, come da accordi, nella trattoria prefissata e dopo poco siamo inondati di stuzzichini e di “cibo di strada” gustoso che ben si accompagna a vino locale ed a birre spumeggianti. Tutti siamo rilassati e si intrecciano i resoconti personali sulla visita guidata da Ivano.
Tania e Laura praticano un gioco di società: affibbiare nomignoli a tutti. Poi comunicheranno a tempo e luogo i relativi abbinamenti.
Intanto, con lo scorrere del tempo, la piazza del castello, una volta recinto invalicabile della S.C.U. si riempie alla calda luce dei lampioni di gente: bambini che giocano, famiglie, innamorati. La tavolata continua a bere, mangiare e chiacchierare in allegria e così con un drammatico contrasto si assiste alla rinascita di quel luogo pubblico e noi stiamo lì a testimoniarlo.
Ritorniamo alla villa a Torchiarolo ed ognuno di noi porta con sé emozioni forti, ma vivificanti.
Io finalmente trovo quello che ero venuto a cercare. La fede nella possibilità, qui nel nostro paese, di ripartire dall'uomo per tanto tempo traviato e diviso per rifondare nei nostri cuori il senso della collettività e di riappropriarci della bellezza che l'uomo ha edificato quando le società avevano valori condivisi.
La giornata è quasi finita e il mio miracolo personale è avvenuto. Ripensando al percorso frammentato che ho fatto per arrivare a vivere questo giorno, in questa compagnia ho ascoltato le emozioni dentro di me e mi sono sciolto finalmente in un dolcissimo pianto.
Si può fare. Sì, si può fare se dall'io si passa al noi. Domattina abbraccerò tutti i miei compagni di avventura con un gesto antico, ma totalmente nuovo per me.
31 agosto 2013
Oggi niente attività nei campi e tutti al mare a Torre San Gennaro. Il gruppo si divide tra i volenterosi, che vanno a piedi, e gli altri con i pulmini in avanscoperta. La passeggiata ci consente di ammirare gli uliveti secolari curati come in un giardino zen.
Uno splendido pino marittimo impone una sosta con i volontari, che abbracciano il tronco nodoso. Subito dopo però incontriamo terreni semiabbandonati e discariche a cielo aperto con rifiuti di vario tipo. La camminata dura più di un'ora e mezza, ma non è stancante e ci consente di scambiare idee e considerazioni sulle esperienze del giorno precedente.
La spiaggia prescelta, su indicazione di Vincenzo, è quella della “Dune”.
Il mare è agitato e tira un vento di tramontana, ma l'atmosfera è piacevole e tutti si godono il sole ed il mare.
Alice raccoglie un gruppetto in riva al mare per esercizi di riscaldamento muscolare. Tutti eseguono gli esercizi con grande impegno ed una volta “riscaldati” ci tuffiamo tra i flutti (cercando di evitare gli scogli nascosti sotto il pelo dell'acqua).
C'è appena il tempo di asciugarci prima di ritornare alla base e mangiare in allegria.
Nel primo pomeriggio ci riuniamo per prepararci all'incontro con i familiari delle vittime della mafia e valutare la mappa del gruppo, che sta prendendo forma giorno dopo giorno.
Sono arrivati i nostri ospiti: Alessandro e Teresa Tedesco, figlio e moglie di Giambattista Tedesco e Sabrina Matrangola, figlia di Renata Fonte, del coordinamento familiari delle vittime per la Puglia.
Ci narrano le loro esperienze, di come lo Stato non è riuscito o non ha voluto supportarli. Libera invece questa vicinanza ha saputo esprimerla concretamente e conservare la memoria del sacrificio delle vittime di mafia.
Don Luigi Ciotti è la stella polare dei nostri ospiti e sa trasmettere una forte carica valoriale. I familiari delle vittime sottolineano l'idea oleografica della criminalità, che viene data anche dalla TV, ed influenza le giovani generazioni. Occorre quindi una battaglia culturale per contrastare e, speriamo, sconfiggere questi stereotipi.
Ci lasciamo con la promessa di rincontrarci, raccogliendo l'invito di tutti i campisti presenti, a Bologna, Lecco e Bergamo. Segnatamente ci ha richiesto di invitarla agli eventi organizzati sulla legalità Sabrina Matrangola.
Domani andremo a Porto Selvaggio e così potremo usufruire delle bellezze naturali, preservate con il suo impegno civico da Renata Fonte, che le è costato la perdita della vita.
1 settembre 2013
La sveglia oggi, che è giorno di riposo è puntata dopo il sorgere del sole: alle 8. Che questo sia l'orario stabilito non implica che sia quello poi realmente osservato. Come d' ordine alle 6, gli abitanti della Villa si svegliano e ne animano le stanze. La prima attività del giorno proposta da Alice è lo stretching o risveglio muscolare prima della colazione. Alle 9 si parte alla volta di Porto Selvaggio situato sul Mar Ionio. Durante il tragitto scriviamo il “Ricettario della Legalità” che raccoglie le ricette di tutti i piatti cucinati fino ad oggi da e per noi ospiti della Villa.
Porto Selvaggio è una località di mare meravigliosa caratterizzata da calette create da scogli all'interno di una riserva naturale di cui è possibile giovarci grazie all'azione ed al sacrificio di Renata Fonte, insegnante e Assessore di Nardò, uccisa da uomini della Sacra Corona Unita. Dopo aver parcheggiato i pulmini saliamo su un promontorio per vedere la Torre dall' Alto. Andiamo ad ammirare la vista del belvedere dal quale vediamo lo splendido panorama che sarebbe dovuto divenire un resort. Il punto è effettivamente dislocato in maniera strategica ed un venticello fresco ci aiuta a godere della bellezza che si prospetta davanti ai nostri occhi: il mare che sulla nostra destra forma tre insenature con piccole spiagge rocciose che lasciano il posto ad una ricca vegetazione. Non fosse che il disappunto colpisce ad uno ad uno tutti noi che notiamo, solo in un secondo momento, la targa commemorativa dedicata a colei che ha dato la vita per questa meraviglia della natura. Il cartello di legno con scritte incise sono quasi invisibili all'occhio del visitatore se non per un riempimento improvvisato con pennarello; riconoscimento decisamente inadeguato a una donna morta per garantire la giustizia e la fruibilità di questo posto.
Dall' altezza a cui ci troviamo abbiamo potuto scegliere la caletta destinata ad ospitarci per un bagno ed il pranzo al sacco. Dopo qualche giro di troppo in pulmino e una bella passeggiata lungo il sentiero che percorre la pineta fino al mare giungiamo alla caletta prescelta dove tanti bagnanti come noi, più di quelli che ci saremmo aspettati, godono della bellezza di questo luogo; chissà se sono consapevoli di quanto sia costato proteggerlo da uno per il beneficio di molti. A questo punto, un bagno e un momento di rifocillamento per poi ripartire alla volta di Villa Santa Barbara, momentaneamente casa nostra a Torchiarolo.
Domani inizierà una nuova settimana di lavoro nel vigneto... Buona notte!
2 settembre 2013
Ottavo giorno di campo. Sveglia alle 6:30. Oggi nei campi abbiamo l'ultima mattinata di raccolta di uva per la produzione di passito da Negroamaro, che necessita di essere bene asciutta e perciò niente sveglia alle 5. Ma appena scoccate le 6 nella casa si odono i primi rumori del risveglio.
Programma degli altri lavori, oltre alle incombenze strettamente personali:
- apparecchio-sparecchio: Letizia, Giovanna, Giò
- pulizie: Laura, Giulio, Tania
- diario: Silvia, Isaia
- cucina: Margherita, Sergio, Giuseppe, Tina
Le coordinatrici, con l'infaticabile “Vasco”, pardon: Gianni, intervengono a tamponare qua e là.
Nonostante un paio di contrattempi riusciamo a riempire le cassette a disposizione grazie anche alle abili cinque fanciulle che ci guidano. La giornata non è cominciata benissimo. Ad un certo punto il trattore si inclina troppo e una pila di cassette piene finisce a terra ormai compromessa. Inoltre il trattore comincia a fare i capricci nella messa in moto finché si ferma definitivamente costringendo Vincenzo ad andare a recuperare una batteria nuova. Ma chi la dura la vince ed alle undici il lavoro prefissato è svolto con soddisfazione di tutti.
A pranzo apprendiamo che il rappresentante dell'associazione antiracket che sarebbe dovuto venire nel pomeriggio ha avuto un contrattempo e non potrà venire. I diversi tentativi di trovare un sostituto si rivelano infruttuosi e così, con rammarico di tutti, la formazione odierna salta.
Così, mentre alcuni di noi ripiegano su una gita ad Ostuni, a Giovanni e Giuseppe accade un episodio inquietante e misterioso. Uscendo da villa Santa Barbara per una passeggiata, indossando la maglietta con la scritta ESTATE LIBERI, notano subito che le due bandiere dello SPI-CGIL, issate in occasione della festa di mercoledì, non ci sono più. Dopo circa venti minuti di cammino scorgono le bandiere, con le aste spezzate, gettate sotto un ponte e le recuperano. Mentre sono intenti a recuperare le bandiere, si ferma un auto con due uomini che abbassano il finestrino, non rispondono al saluto di Giovanni, danno un'occhiata e ripartono. Successivamente anche un uomo in bicicletta li supera per fermarsi dopo poco. Questi si piazza nel mezzo della strada e li fissa mettendo le mani in tasca. I nostri a quel punto sono presi da un attimo di terrore ma mantengono stoicamente la calma e superano in un silenzio glaciale l'uomo, avviandosi in fretta verso la villa.
Da Torchiarolo per oggi è tutto. Un saluto da
Alice la sirena, Chiara la vispa Teresa, Fiore Teddy Bear, Giovanna “per ultima ma non ultima”, Giovanni lo sciamano, Gianni l'uomo della porta accanto, Giulio Mr i, Giuseppe l'esplicito, Isadora Cassandra, Isaia il serafico, Laura spirito libero, Maria Letizia Mrs i, Margherita la pacifica, Sergio l'affabulatore, Silvia la rondine, Tania la contessa, Tina “ghe pensi mi”, e Gioe la piccola
P.S. Si ringraziano Alice e Tania per i nomignoli
3 settembre 2013
Dopo due giorni di relax, passeggiate in ambienti meravigliosi e mare, in località significative per l'iniziative che stiamo seguendo, oggi sveglia ore 5; nel campo il lavoro programmato è probabilmente più lungo e faticoso degli altri giorni: ritiro dei tubi di irragazione dei pomodori, con gli eventuali disagi delle erbe intricate già descritti.
Io mi sono infatti defilata e torno, facendo un cambio, a fare la cuciniera sia per il nostro gruppo sia per gli ospiti che verranno nel pomeriggio.
Sono previste la visita, la formazione insieme e la cena con ragazzi del territorio, sensibili al progetto di Libera, che vorrebbero scambiare opinioni con noi campisti ed aprire il presidio di Libera sul territorio.
I lavoratori sui campi di pomodoro, con lo spettacolo del sole nascente, hanno rimosso e piegato i tubi idrici su venti ettari di terreno, insieme a sei donne operaie della cooperativa.
Nel frattempo, le cuciniere hanno preparato per la merenda e la cena con gli ospiti: torte, minestrone, patate da fare al forno, ragù di carne ed il pranzo. Tutto con l'abbondanza dei prodotti fornitici dalla COOP. Altro che dieta!!! Altro che dimagrimento!!!
Giunti al penultimo giorno di soggiorno a Torchiarolo, non possiamo tralasciare di dire dei progressi fatti dai più piccoli tra noi. In primis da Gioe, ormai ci conosce tutti ed è di grande spirito ed arguzia per la sua età. Poi dai nostri amici animali, che in questo periodo sono cresciuti con noi, sono diventati più floridi e morbidi e più affettuosi, in particolare Marley “Ciuffino”. Il più piccolo in assoluto, il micino (per me è un maschio), Neretto, figlio di Nerina, comparso dal nulla, si sta emancipando, esce all'aperto con la sua mamma e comincia ad esplorare giocando anche con la palla più grossa di lui. E' un bellissimo micino, tutto nero e con gli occhi verdi. Per fortuna Ciuffino, pure cucciolo, lo rispetta. Che faranno dopo di noi?
Nel pomeriggio ore 16.30 formazione per il nostro gruppo, con informazioni e storia di Libera. Poco dopo sono arrivate le ospiti: sette donne, giovani e adulte interessate alla formazione del presidio di Libera a Ceglie Messapica. Le abbiamo accolte con una performance ironica ideata ed interpretata da Giovanni e Sergio, da loro apprezzata, che prevedeva anche la presentazione dei componenti della delegazione ospite e di noi campisti.
Alle 17.30, con l'arrivo del giornalista Danilo Lupo della TV locale Telerama, accompagnato da Attilio, responsabile per Libera dei beni confiscati alla mafia, si è iniziato un interessante dibattito sulla situazione del carcere di Lecce, sul sovraffollamento e sul rischio di organizzazione mafiosa nel carcere stesso (vedi formazione della Sacra Corona Unita). Il giornalista ci ha poi riferito la connivenza sul fotovoltaico e sull'eolico tra i mafiosi locali e amministrazioni, che hanno rilasciato con facilità le licenze pubbliche per la costruzione. L'operazione mafiosa veniva anche effettuata sovrapagando i terreni agricoli. La mafia passava anche all'omicidio per ottenere terreni agricoli.
Salutati il giornalista ed Attilio, in attesa della cena, abbiamo scambiato ulteriori riflessioni sulla relazione ascoltata e sulle varie esperienze concrete di alcuni di noi nel proprio territorio.
Dopo questo pomeriggio intrigante molto intenso, ci siamo seduti finalmente a cena preparata con la preziosa collaborazione delle coordinatrici e la conoscenza è continuata davanti a pane e vino.
4 settembre 2013
Ultimo giorno di lavoro per i campisti di Villa Santa Barbara e la colazione delle 6 è l' occasione per salutare Letizia, la prima a lasciare il campo. Oggi svolgiamo le nostre mansioni nei pressi della Villa, curandone l' orto e riempendo grossi sacchi con il grano raccolto dalla cooperativa con cui verranno fatti i taralli e le friselle.
Nel capannone dove lavoriamo ci fa compagnia la presenza di vespe che hanno costruito il loro alveare vicino alla porta; perciò spesso la nostra attenzione è richiamata dal loro ronzio e dal terrore di un assalto. Grazie ai rinforzi un instabile muro di sacchi è stato innalzato cadendo rovinosamente poco dopo. Il pomeriggio si apre con l' incontro di valutazione del campo che vede l' intervento di tutti i campisti e le coordinatrici. Segue il colloquio con Coop Estense, che ci ha fornito i “brutti ma buoni”, responsabili dei chili in più che porteremo a casa, oltre al bagaglio di nuove conoscenze affettive, culturali e colturali.
A seguire la festa di chiusura del campo, a cui sono invitati tutti i membri della cooperativa con le loro famiglie. Enzo, la nostra figura mitologica e guida, è il primo ad arrivare. Poco dopo le operaie vestite a festa per l' occasione. La villa è ravvivata dalla presenza di un gran numero di bambini. Torte salate di zucchine, pomodori e mozzarella, pomodori e peperoni, melanzane e pomodori, patate e gorgonzola, zucca in agrodolce cotta al forno, friselle con i pomodori, coppa e fichi, mozzarella ripiena di prosciutto, uova sode, ratatouille, torte di fichi, di pesche, di ricotta e cioccolato e pasticcini portatici da Wanda, una delle operaie, imbandiscono la tavola. Il tutto accompagnato da Negroamaro rosato e rosso della cooperativa e il Primitivo “Antò” per i dolci.
Dopo una preparazione lunga un giorno, nel giro di un'ora il generoso banchetto era stato consumato e i volti delle cuoche cominciavano a distendersi. Con un abbraccio digestivo salutiamo gli ospiti e ci prepariamo all'ultima notte in Villa.