Dedicato a Daniil Charms al circolo Arci Manzoni di Villa Argine (RE)

11-04-2010


“Dedicato a…” che, ogni anno si tiene al circolo Arci Manzoni di Villa Argine, domenica 11 propone Orchestra disastri. La formula è consueta, ma questo spettacolo-pranzo lo è certamente meno. Il programma prevede un pranzo filosovietico alle 12.45 con menù assolutamente russo e alle 16 gli scrittori Paolo Nori e Marco Raffaini leggeranno testi di Daniil Charms intervallandosi con la musica de L’Usignolo. La scenografia, anche questa strettamente ispirata alla prosa di Charms è curata da Timofej Kostin
La prenotazione del pranzo è obbligatoria (per info e prenotazioni: 348 2806782)

Ma è anche possibile assistere anche al solo spettacolo con ingresso a 5 euro riservato ai soci Arci.

Orchestra disastri

Si chiama Daniil Ivanoviè Juuvaèev, si fa chiamare Daniil Charms.

Scrive: Può darsi che sul pianeta Marte ci sia qualcuno più intelligente di me, sul pianeta Terra ne dubito fortemente. Alla fine del 1933 scrive: Ho studiato a lungo le donne e ora posso dire di conoscerle alla perfezione. Qualche anno più tardi, nel ‘37 o nel ‘38 scrive: Io stimo soltanto le giovani donne sane e formose. Per gli altri rappresentanti dell'umanità nutro diffidenza.

Il venticinque giugno del 1933 scrive: Oggi ho mangiato una muss inglese alla vaniglia e ne sono rimasto contento.

La clandestinità e l’assurdo caratterizzano la vita e l’opera di Daniil Charms, pseudonimo, uno dei tanti, di Daniil Ivanovic Juvacev. Disastri, a cura di Paolo Nori, è un collage di brani tratti dai diari, dai taccuini, dai racconti, dai bozzetti teatrali, da tutto quel baule di scritti che, fortunatamente per noi, non sono andati perduti, ma conservati da un amico dello scrittore per tempi migliori. Già, perché Daniil Charms vive e scrive nel buio dell’URSS normalizzata da Stalin, quando la vivace stagione culturale pietroburghese e moscovita degli anni ‘20 si sta spegnendo insieme a tutte le illusioni per scomparire definitivamente il 14 aprile 1930, con il colpo di pistola che pone fine alla vita di Majakovskij nello studio di vicolo Lubjanskij.

L’ultimo bagliore di avanguardia sovietica, l’ultimo sforzo di dire no all’appiattimento, allo squallido paesaggio di immanentismo totalitario, è rappresentato da un gruppo di scrittori pietroburghesi che la sera del 24 gennaio 1928 mettono in scena Tre ore di sinistra, serata futurista dove si alternano letture di poesie, rappresentazioni teatrali e proiezioni cinematografiche. L’autore cardine di questo gruppo, sia per l’apporto dei materiali utilizzati nella serata, sia per la coerenza e la continuità stilistica mantenuta, nonostante tutto, una volta tramontata l’effimera estate dell’avanguardia, non è il ben più famoso poeta Nikolaj Zabolockij, bensì lo sconosciuto (purtroppo per troppi anni) e perciò clandestino, Daniil Charms.

Comitato: Reggio Emilia

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