Il Governo faccia di tutto per salvare la vita degli ostaggi

15-04-2004

Il ritiro delle truppe è l'unico modo per aprire la strada alla pace e alla democrazia in Iraq

Dichiarazione di Tom Benetollo, presidente nazionale Arci

 

Ieri è stato barbaramente ucciso Fabrizio Quattrocchi, vittima di una guerra sporca. Ai familiari arrivi il nostro cordoglio, e a tutti i familiari degli ostaggi solidarietà. 

Chiediamo che il nostro governo -corresponsabile dell'occupazione in Iraq- faccia il possibile per evitare altre morti, assumendosi le responsabilità che gli spettano invece che usare il dramma di quattro famiglie per ammantare di patriottismo le sue scelte sbagliate. 

L'occupazione militare sta provocando una rivolta generalizzata in Iraq. E' un cambio di fase drammatico.

Le truppe della coalizione rispondono innalzando il livello dello scontro: bombardamenti a tappeto, assedio delle città, cecchinaggi, repressione militare di manifestazioni di piazza, torture -veri e propri crimini di guerra, con centinaia di vittime civili.

 Decine di occidentali sono ostaggi di gruppi armati. La pratica inaccettabile dei rapimenti ha scoperchiato un'altra, inquietante verità: trentamila uomini armati impiegati dalle imprese straniere sono presenti in Iraq, a difendere la rapina delle risorse del paese attuata quotidianamente con le privatizzazioni e gli appalti.

 Chiediamo che sia aperta una inchiesta su questo fenomeno, che mostra aspetti inaccettabili di arbitrio e di illegalità.

 Bush ha aperto il vaso di Pandora.

E' l'occupazione che alimenta la guerra in Iraq, e la fine dell'occupazione è l'unico modo per aprire la strada alla pace e alla democrazia in Iraq. Le truppe occupanti devono essere ritirate, subito.

Il tentativo di compromettere l'Onu in operazioni strumentali e trasformiste, buone solo a togliere le castagne dal fuoco a Bush e ai suoi alleati, è inaccettabile. L'Onu potrà svolgere un ruolo di garanzia politico nella transizione democratica solo se le truppe occupanti saranno ritirate.

Il mondo è in pericolo. La convivenza è a rischio. La guerra alimenta lo scontro di civiltà, l'odio religioso, il razzismo e l'intolleranza. Facciamo appello ai cittadini e alle cittadine, alle forze democratiche e di pace per uno sforzo straordinario di impegno civile, in modo da invertire la rotta prima che sia troppo tardi.

La svolta è possibile, e va fatta ora: fine dell'occupazione, ritiro delle truppe occupanti, ritorno della sovranità agli iracheni sostenuta e garantita internazionalmente. Sosteniamo le forze democratiche irachene che, in una situazione drammatica, tengono aperta la strada ad un futuro di pace.

Invitiamo tutti e tutte a riempire di bandiere della pace le manifestazioni del 25 aprile. Difendiamo i valori della Resistenza italiana e la Costituzione nata dalla Liberazione. Difendiamo l'articolo 11 e il ripudio della guerra. Liberiamoci dalla guerra, liberiamoci dal terrore, liberiamoci dall'ingiustizia.

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