pace, giustizia, democrazia

30-10-2002

PER  IL  CAMBIAMENTO SOCIALE
UNA NUOVA ONDATA DI SOCIETA’ CIVILE


Cambieremo l’Europa.
Con il Forum Sociale Europeo, a Firenze, vogliamo insieme costruire un progetto di cambiamento. Daremo nuove prospettive all’Europa sociale, della pace, della solidarietà.  E’ un progetto che in gran parte deve essere ancora scritto. Esso richiede una scrittura partecipativa, radicata nel territorio. Valorizzando le esperienze, i valori, le culture di cittadinanza.  La forza della cittadinanza attiva farà la differenza.  

La nostra Europa non è quella di oggi.
E’ troppo stretta nelle maglie del liberismo, troppo mercantile, troppo subalterna. La nostra Europa è una casa comune, dell’Ovest non meno che dell’Est, e dell’area mediterranea. Una società aperta al mondo intero, accogliente e libera. Essa contribuisce a  dare alla globalizzazione uno sbocco di civiltà, per una degna qualità della vita per tutti, mettendo a disposizione i risultati della scienza e della tecnologia a favore degli esseri viventi e della natura.

La nostra Europa  si basa sui valori universali.
Ci battiamo per l’affermazione della Carta dell’Onu, della Dichiarazione universale dei diritti umani, e delle altre Carte, solennemente firmate dai governi e  slealmente disattese.

La nostra Europa è una scelta di civiltà.
Essa è fondata sui valori condivisi nelle lotte della Resistenza ai fascismi;  sulla democrazia contro i totalitarismi vecchi e nuovi;  sulla pace e la collaborazione  per cacciare la guerra e l’ingiustizia dalla storia; sull’universalità dei diritti del lavoro, sociali,  civili, personali e collettivi, contro ogni discriminazione;  sulla convivenza civile per cancellare leggi lesive della dignità dei diritti degli immigrati e per sradicare per sempre il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo. Essa fa del pluralismo e della libertà di informazione una priorità, contro ogni forma di monopolio, per lo sviluppo del pluralismo di mezzi, voci – valorizzando la comunicazione della cittadinanza.

La nostra Europa ripudia la guerra.
L’Italia ripudia la guerra – dice l’articolo 11 della nostra Costituzione.  Rilanciamo questo principio, più volte violato, per la Costituzione dell’Unione Europea. Anni di “guerre giuste” hanno portato a uno scenario inquietante,  all’idea di “guerra preventiva” che annichilisce il diritto internazionale, autorizza atti unilaterali, di prevaricazione. E’ la legge del più forte. Produce insicurezza e instabilità.  Per lottare contro il terrorismo, che è nemico della vita, della partecipazione, della politica, bisogna rimuoverne le cause. Si può vincerlo: con gli strumenti di una legalità internazionale uguale per tutti,  con l’autonomo impegno della società civile.  Con la guerra, no, tanto più quando nasconde l’inaccettabile ricerca di un’egemonia unilaterale. Noi crediamo all’uguaglianza. Crediamo allo stato di diritto globale.

La nostra Europa è solidale.
Per la soluzione politica di tanti conflitti, a cominciare da quelli dell’area mediterranea e dell’Europa orientale. E dall’ angosciante vicenda mediorientale:  “due popoli, due stati”, subito, prima che tutto sia perduto. Vogliamo che la cooperazione internazionale impegni energie umane e risorse, in misura sostanziale, per lo sviluppo umano e l’ambiente. Vogliamo che i diritti umani e il diritto d’asilo vengano implementati senza ambiguità.
 
Lottiamo contro la desertificazione sociale.
Con pratiche di socialità e di cultura radicate sul territorio: per l’inclusione e la partecipazione, per una cittadinanza fondata sul sapere, sulla creatività, sulla responsabilità. Chiediamo con forza che la futura Costituzione  dell’Unione Europea riconosca il ruolo dei soggetti della società civile. Ci battiamo contro il politicismo e il burocratismo che impediscono la partecipazione. Una partecipazione che invece vogliamo per tutti, inclusi gli immigrati.

Il tempo delle scelte è adesso.
O c’è l’impronta della cittadinanza, o c’è quella della sudditanza.
O c’è la partecipazione, la possibilità di decidere e di contare, dando forza alla politica o c’è la delega in bianco, che avvelena la democrazia, surrogando la decisione nelle mani di pochi, e potenti, in sedi sempre più lontane da  processi decisionali democratici.

Firenze sarà la capitale di un dialogo politico e culturale nuovo.
Una risorsa preziosa per la costruzione del  futuro. Dal 6 al 10 novembre, a migliaia verranno da tutto il Continente, e dall’ambito dal Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Il 9 novembre ci sarà una grandiosa manifestazione contro la guerra. Un nuovo campo di forze si sta costruendo. Esso si estende nel Sud  come nel Nord. La concittadinanza planetaria è in cammino.

Firenze e la Toscana aiuteranno il dibattito e le scelte.
Con la  storia, la  ricchezza civile, le  donazioni al mondo che hanno dentro. Ringraziamo i cittadini che incoraggiano il lavoro del Forum Sociale Europeo, e  gli Enti Locali, coerenti con il loro ruolo istituzionale. L’impegno comune dei promotori del Forum è di rispettare e valorizzare il territorio ospite.

L’Arci  è parte integrante della comunità fiorentina e toscana.
Siamo soggetti attivi, nel tessuto civile e democratico di queste terre, e del Paese. Faremo la nostra parte perché il Forum Sociale Europeo  segni un salto di qualità, per una campagna comune, in tutto il Continente,  per il cambiamento sociale -- così urgente anche per l’Italia, che è nel pieno di una crisi generale.

Un uomo di Firenze ha scritto, in tempi oscuri: “fatti non foste a viver come bruti”.
Un messaggio che parla al tempo presente:  mai più guerre, ingiustizie, oppressioni.

L’alternativa di civiltà è la nonviolenza.
Tra le persone, e con la natura.  Ci riuniamo per continuare a costruirla. Un’Europa diversa, in un mondo diverso, è possibile.

La Presidenza Nazionale ARCI

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