L'Arci Regionale dell'Emilia Romagna sulle prossime scadenze elettorali

09-06-2004

 Bologna, 9 giugno 2004

 COMUNICATO STAMPA

 UN VOTO PER UNA EUROPA DI PACE, WELFARE, DIRITTI E PER CITTA' DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE, DEI DIRITTI CULTURALI, DELLA PARTECIPAZIONE E DELL'ACCOGLIENZA

 L'ARCI REGIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA SULLE PROSSIME SCADENZE ELETTORALI

 L'appuntamento elettorale del 12 e 13 giugno cade in un momento politico delicato, caratterizzato da una grande instabilità della situazione internazionale percorsa da guerre e stagnazione economica. In Italia, la politica fallimentare del governo sta producendo gravi conseguenze per il tenore di vita dei cittadini e delle famiglie e per la solidità del nostro sistema economico. E' un Paese che sta dando forti segnali di disgregazione sociale e di appiattimento culturale.

Oggi in Italia c'è l’urgenza di un'alternativa, di un progetto che offra prospettive di sviluppo, restituisca serenità, fiducia e speranza di futuro al Paese. Le elezioni del 12 e 13 giugno sono una grande opportunità per dare concretezza e credibilità ad una prospettiva di cambiamento.

Le città, le comunità locali

Negli anni in cui il mercato globale tende ad appiattire le diversità territoriali in un enorme spazio economico planetario che mortifica le risorse locali, il ruolo delle città diviene fondamentale per immaginare un’idea diversa dello sviluppo: un futuro fondato sulla crescita delle società locali, sulla valorizzazione dei patrimoni ambientali, territoriali e culturali propri a ciascun luogo. Il governo delle città può essere il motore di un'altra globalizzazione: quella che si costruisce dal basso, solidale, fondata sui diritti umani, il rispetto dell'ambiente e la giustizia sociale, la pace, perché ogni comunità locale, anche quella più piccola ed apparentemente isolata, può svolgere un ruolo concreto ed importante per costruire la pace.

A livello locale come a livello globale, la priorità dei prossimi anni deve essere la ricerca della sostenibilità: guardare alla qualità sociale dello sviluppo, alla crescita della comunità locale, alla qualità dell’ambiente, delle relazioni umane, dei consumi e degli stili di vita. Città sostenibile è quella che antepone alla ricchezza delle merci e dei denari quella delle culture e delle relazioni sociali, che tutela il valore della persona e delle relazioni umane; è la città che risponde al bisogno di stare insieme e di associarsi, valorizzando le esperienze che ci sono e promuovendo spazi di aggregazione dove mancano; è la città che sa scommettere sulla capacità di inventare, gestire, progettare dei suoi cittadini. La città dei saperi, delle opportunità e dei diritti culturali, dell'accoglienza e dell'inclusione, del benessere sociale e delle responsabilità pubbliche, della partecipazione.

Partecipazione è la parola chiave attorno a cui costruire l’identità di una comunità ed un progetto di governo locale capace di valorizzarne potenzialità ed aspirazioni. Senza partecipazione non c'è cittadinanza attiva e non c'è democrazia. Ma la complessità delle modificazioni di questi anni, l'esigenza di immaginare nuovi modelli di convivenza, richiedono un più forte investimento nelle energie della cittadinanza.

Le nostre proposte sono rivolte ai governi locali ma guardano oltre perché siamo convinti che dalle città debba partire la spinta verso il cambiamento di cui c’è bisogno. La resistenza all'offensiva della destra è partita dalla società civile, spesso fuori dalle sedi politiche tradizionali, ha fatto emergere nuovi movimenti vitali, è cresciuta come rete di relazioni che ha riavvicinato alla politica larghi strati della società, soprattutto fra i giovani. Sono le energie di cittadinanza che oggi rivendicano spazi di partecipazione e rinnovamento della politica. Nella nostra piena autonomia, anche in occasione delle elezioni del 12 e 13 giugno ci batteremo contro una destra immorale e pericolosa, per sostenere le forze ed i candidati del centrosinistra e della sinistra, per consegnare loro la responsabilità di realizzare, nel governo delle città, un progetto di cui vogliamo essere parte attiva con le esperienze, le intelligenze e la passione civile che il nostro associazionismo è capace di esprimere.

L'Europa che vogliamo

L'Europa è più grande. Con l'ingresso di dieci nuovi paesi, i confini dell’Unione Europea si sono allargati, includendo venticinque nazioni e 450 milioni di cittadini. Mentre sul mondo soffiano terribili venti di guerra, è molto positivo che il processo di unificazione europea prosegua il suo cammino. I popoli europei scelgono l'integrazione invece che il conflitto. "Mai più guerra" fra i popoli europei: questo è il primo e più importante segnale che viene dal processo di unificazione europea. Per questo obiettivo, c’è ancora molta strada da fare.

Dunque, pace e disarmo siano pilastri dell'Europa unita, a cui vincolare le scelte comunitarie e dei singoli paesi. La costruzione europea deve prevedere un ruolo essenziale della cittadinanza attiva, organizzata. Ciò che rivendichiamo è che alla base della Costituzione Europea ci siano i cittadini e le cittadine, portatori di quei diritti universali che non possono essere loro sottratti, o negati. Invece, le politiche neoliberiste hanno portato alla privatizzazione di risorse e di servizi essenziali. La salute, la sanità, la previdenza, la cultura sono sempre più assimilati a merci, il cui accesso è negato a chi non può comperarle. Bisogna invertire la rotta: le politiche sociali devono diventare priorità per l'Unione Europea.

C'è bisogno di una svolta di civiltà. Nessuna reale sicurezza è possibile, per la grande comunità europea, attraverso l'esclusione e la costruzione del nemico interno ed esterno. L'Unione Europa affermi da subito il diritto di voto ai cittadini e alle cittadine immigrati nelle elezioni amministrative, e perché il diritto alla libera circolazione all'interno delle frontiere dell'Unione valga per tutti e tutte i residenti.

L'Europa che vogliamo deve assumere con orgoglio la propria pluralità storica, culturale e religiosa. Deve considerare una ricchezza da difendere e promuovere la propria mescolanza: c'è una vocazione cosmopolita dell'Europa che va coltivata. La sua identità deve essere interculturale, e a questo vanno adeguati gli strumenti normativi, l'azione politica e sociale, le politiche culturali, altrimenti emergeranno discriminazioni, conflitti, insicurezze.

L'Arci invita a esprimere un voto che rigetti le politiche di chi ci ha trascinato nella guerra permanente, di chi mette i diritti del mercato prima di quelli dei cittadini, di chi cerca di negare la convivenza e produce razzismo. Un voto per un nuovo progetto di pace, welfare, diritti. L'Europa sarà la nostra casa. Costruiamola insieme.


Sul sito Nazionale di Arci Nuova Associazione:

Per nuovo governo delle comunità locali: Partecipazione, inclusione, cultura, sviluppo sostenibile.
Documento dell'ARCI per le elezioni amministrative 2004

Europa: diritti, welfare, pace
Documento dell'ARCI per le elezioni Europee 2004

CMS Priscilla Framework by Plastic Jumper - Privacy e cookie policy

Accesso redazione