Bocciata la proposta di una commissione di inchiesta su Genova
31-10-2007
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
Il voto di ieri in Commissione Affari Costituzionali alla Camera è uno schiaffo alla coscienza civile di questo paese. Ci indigna e ci offende.
A Genova, nel 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty international ha definito "la più grave violazione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". Migliaia di giovani umiliati e malmenati da coloro che avrebbero dovuto garantire la sicurezza, anche la loro. Carlo Giuliani, un ragazzo di 22 anni, ucciso.
A sei anni di distanza, con una serie di processi che si avviano alle conclusioni, nessuna chiarezza è stata fatta sui mandanti delle violenze commesse al G8, sia tra i vertici delle forze dell'ordine che tra i vertici politici di allora.
La commissione di inchiesta parlamentare, richiesta in questi anni con tenacia dai genitori di Carlo, dai movimenti e da tante organizzazioni, finalmente prevista nel programma dell'Unione, avrebbe dovuto assolvere proprio a questo compito, tentando così di sanare una ferita aperta nella democrazia di questo paese.
Si è scelto invece di non procedere nella ricerca della verità, di non ricucire lo strappo drammatico che lì si è determinato tra tanti giovani che per la prima volta sceglievano la via della partecipazione e le istituzioni che decidevano di reprimere con la violenza quell'inedito slancio.
Noi non ci rassegniamo. Non smetteremo di interrogare la società e le istituzioni sul perché e sulle responsabilità della violenza di quei giorni. Lo sentiamo come un dovere, verso Carlo, i cittadini di Genova, le migliaia di uomini e donne che insieme a noi parteciparono a quelle giornate.
Roma, 31 ottobre 2007