La solidarietà dell'Arci alla famiglia e ai colleghi di Daniele Mastrogiacomo
07-03-2007
Il Governo italiano si impegni perché la Nato interrompa l'offensiva e promuova una tregua
Dichiarazione della Presidenza nazionale dell'Arci
Siamo vicini alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Daniele Mastrogiacomo sequestrato in Afghanistan.
Ancora una volta la guerra colpisce la ricerca della verità. Rinnoviamo la stima e l'apprezzamento a coloro che operano per garantire la libera informazione nei conflitti. Faremo il possibile per aggiungere i nostri sforzi a chi sta lavorando per la sua liberazione.
La situazione in Afghanistan si è drammaticamente aggravata con la offensiva lanciata dalla Nato. Le popolazioni civili stanno pagando drammaticamente il prezzo dei bombardamenti. Il rischio che tutte le forze militari presenti siano coinvolte in un conflitto aperto è altissimo.
Il governo italiano ha deciso in questi mesi di attenersi al mandato ISAF per la ricostruzione del paese uscendo da Enduring Freedom, non aumentando il numero dei soldati e non modificando la localizzazione delle truppe. Ha dichiarato il proprio impegno per una soluzione politica della crisi.
Ma non c'è spazio per la politica mentre parlano le armi. Chiediamo che il Governo Italiano si impegni perché la Nato interrompa l'offensiva e promuova una tregua dei combattimenti.
Chiediamo che il Governo richieda una discussione urgente in sede Nato, per verificare se l'offensiva sia compatibile con il mandato della missione ISAF.
Tra pochi giorni, l'Italia relazionerà al Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla componente civile della missione. Ad ottobre farà lo stesso sulla componente militare.
Crediamo sia una opportunità unica per aprire una fase nuova, che preveda un maggiore impegno della comunità internazionale e una netta discontinuità rispetto alla situazione attuale.
La Conferenza Internazionale di Pace, un percorso di riconciliazione nazionale fondato sulla giustizia, l'aiuto umanitario, la sottrazione dell'economia locale dalle mani dei signori della guerra, il sostegno alla società civile democratica sono passi essenziali per la pacificazione dell'Afghanistan.
Condizione per il loro successo è il profondo cambiamento della presenza militare internazionale, che deve essere orientata solo alla protezione della popolazione civile dalle vessazioni operate da diverse fazioni, non solo talebane ma anche componenti del Governo Karzai e signori della guerra.
Va operata una cesura con le forze militari che hanno operato nell'occupazione e che proseguono la guerra al terrorismo. Una missione di protezione internazionale deve essere sotto diretto comando delle Nazioni Unite.
Deve essere legittimata ad agire solo con strumenti utili a realizzare il proprio mandato, e escluderne esplicitamente altri. Devono essere vietati i bombardamenti aerei, impegnando invece corpi di polizia internazionale come quelli già operanti sotto egida UE in altri paesi.
L'Arci prosegue l'impegno per una soluzione di pace in Afghanistan fondata sulla giustizia. Chiedere la liberazione di Daniele Mastrogiacomo è parte del nostro impegno pacifista.