Mostra fotografica sul Mozambico, Palazzo Casotti Reggio Emilia
01-12-2006

Pemba, IDA E VOLTA
Mozambico 2006
Fotografie di Cinzia Gradellini
“Noi siamo ombre nel tuo mondo, tu non ci avevi mai ascoltato. Perché viviamo dall’altra parte della terra, come l’animale che abita dentro il frutto. Tu stai dalla parte di fuori della buccia. Ti avevo già visto da quell’altra parte, ma i tuoi contorni erano fatti d’acqua, il tuo viso era nebbia. Sono stata io a portarti qui, sono stata io a chiamarti. Quando vogliamo che voi, quelli della luce, veniate fino a noi, conficchiamo un seme nel tetto del mondo”. Mia Couto, “Terra sonnambula”
“Io sono una combattente del Frelimo, perché noi oggi combattiamo ancora. Combattiamo per il progetto di vita dei nostri figli e del nostro Paese, per dare loro il futuro che meritano”.
Cecilia Manuel, 52 anni, Ex combattente
La lotta non è solo armata, ma è fatta di parole, di gesti, di immagini. Questa mostra fa parte di una lotta: quella che la gente di Pemba sta combattendo per il futuro dei propri figli e del Paese.
Gli scatti di Cinza Gradellini fotografano questa lotta. Raccontano Pemba, le sue strade e i suoi abitanti, i suoi cieli e le sue terre, il suo futuro e il suo passato, la sua forza e la sua debolezza. Le immagini trasportano nello spazio i colori e i sorrisi, gli occhi fieri e divertiti, il lavoro e le speranze, componendo un puzzle di volti e luoghi che danno il senso della vita di cui pulsa la città.
Volti e luoghi di Pemba, incontrati durante la missione organizzata nel febbraio scorso da Reggio Nel Mondo, Arci Solidarietà e GVC per monitorare la costruzione del nuovo Centro Salute.
Dopo aver portato a Pemba l’acqua, l’ambulanza e le attrezzature per l’ospedale, la nostra città è infatti tornata in quella terra per dare alla sua gente un’altra ragione di vita.
Un Centro Salute nel nuovo barrio Eduardo Mondlane. Un posto dove le future mamme possano trovare aiuto e consigli durante la gravidanza e assistenza medica durante il parto, senza dover percorrere a piedi decine di chilometri per raggiungere l’ospedale. Dove i bambini possano essere vaccinati e curati. Un posto che permetta all’ospedale e agli altri centri salute di diminuire il sovraccarico di pazienti, perché le strutture non bastano a coprire la domanda di cura di una città in continua espansione, dove le distanze sono lunghe, non esistono trasporti pubblici, e l’unica ambulanza disponibile rappresenta più un simbolo che un mezzo.
E in un paese in cui ammalarsi non è un caso, ma più spesso la normalità, non si può fare altro che portare le cure più vicine alle persone, dislocando centri salute nei quartieri della città.
Per questo si è dato vita al Centro Salute nel barrio Eduardo Mondlane. Un progetto realizzato grazie al contributo del Comune di Reggio Emilia e della Regione Emilia Romagna, ai fondi raccolti a Reggio dalle Circoscrizioni, i Centri Sociali e i Circoli, all’impegno e al lavoro di Reggio Nel Mondo, Arci Solidarietà e in loco del GVC di Bologna.
La lotta per Pemba ha coinvolto così tutto il territorio: la mostra ne rappresenta il continuo, perché dopo la presentazione a Palazzo Casotti si sposterà in altri luoghi e spazi della città per non fermarsi e raccontare, trasportando immagini ed emozioni, continuando da lontano la lotta che la gente di Pemba combatte per i propri figli e il proprio Paese.
Sabrina Rosati
Le didascalie sono tratte dal testo “Terra sonnambula” di Mia Couto, Ed. Guanda, Parma, 1999
Comitato: Reggio Emilia