Reggio Emilia contro la pena di morte

30-11-2006


Giovedì 30 novembre
e venerdì 1 dicembre due giorni di riflessioni e dibattiti per dire “no” alla pena di morte - Giovedì, in occasione della manifestazione ‘Città per la vita, città contro la pena di morte’ promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, un raggio di luce illuminerà, come è ormai tradizione, la statua del Crostolo, simbolo della città.
Anche quest’anno la città di Reggio Emilia – che ha dichiarato la propria totale contrarietà alla pena di morte attraverso ripetuti pronunciamenti del Consiglio comunale e che da anni sostiene, tramite il Comune, la ‘Coalizione mondiale contro la pena di morte’ e la ‘Coalizione texana per l’abolizione della pena di morte’ – ha aderito alle iniziative promosse a livello nazionale e internazionale per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sui temi della lotta alla pena capitale e della tutela dei diritti umani. E lo ha fatto con un ricco calendario di iniziative - avviate lo scorso ottobre con incontri, proiezioni cinematografiche ed esposizioni a tema - che prosegue in questi giorni con altri due importanti appuntamenti.

Giovedì 30 novembre, in occasione della V giornata mondiale “Città per la vita - Città contro la pena di morte” promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e primo sindaco di una città italiana ad aver visitato due detenuti nel braccio della morte, discuterà di pena di morte insieme ad Alessandro Oleari della Comunità di Sant’Egidio e a Tamara Chikunova, fondatrice dell’associazione internazionale “Madri contro la pena di morte e la tortura”. Nel corso dell’incontro - che si terrà alle 21.00 nella Sala del Tricolore (nella sede municipale, piazza Prampolini 1) e sarà moderato da Massimiliano Panarari, collaboratore de La Repubblica - Marina Bortolani, presenterà il video “Voci texane contro la pena di morte”, prodotto dall’associazione Carlo Bortolani onlus.
Durante la serata, come ormai da tradizione, una luce illuminerà la statua del Crostolo, simbolo della città.

Venerdì 1 dicembre alle 9.30, sala del Tricolore ospiterà l’Incontro con gli studenti ed il mondo del lavoro. Giovanni Catellani, assessore comunale alla Cultura, e Mirto Bassoli in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil, raccoglieranno le testimonianze di Tamara Chikunova dell’associazione internazionale “Madri contro la pena di morte e la tortura”, e di David Atwood, fondatore della “Coalizione texana contro la pena di morte”. Modererà l’incontro Filippo Vendemmiati, giornalista del telegiornale Rai dell’Emilia Romagna.
Durante l’incontro saranno presentati i lavori sul tema “Pena di morte & diritto alla vita - Uguaglianza, libertà, solidarietà, dignità, giustizia e cittadinanza”, realizzati nel corso dell’anno scolastico 2005/2006 dagli studenti della classe IV F dell’istituto Chierici di Reggio Emilia, coordinati dalla professoressa Maria Giuseppina Bo.

Entrambi gli incontri sono aperti al pubblico. Le classi che volessero partecipare all’iniziativa del 1 dicembre devono prenotarsi presso l’assessorato comunale alle Relazioni Internazionali (tel. 0522.456644), presso Reggio nel Mondo (tel. 0522.541739), oppure presso il numero messo a disposizione dai sindacati Cgil, Cisl, Uil (0522.357411).

Le iniziative contro la pena di morte sono organizzate dagli assessorati Cultura e Relazioni internazionali del Comune, con il patrocinio di Provincia di Reggio Emilia, Cities for peace and democracy in Europe (ALDA - Association of the Local Democracy Agencies) e la collaborazione di Scuola di Pace di Reggio Emilia, Amnesty International, Attac, Carlo Bortolani onlus, Comunità di Sant’Egidio, cooperativa La Collina, Gruppo laico missionario, Incontrotempo, Laboratorio per la nonviolenza, Legambiente, Pax Christi, 20 di Pace.

L’iniziativa del 1 dicembre è promossa anche da Cgil, Cisl, Uil, Università di Modena e Reggio Emilia – Corso di laurea in Scienze della Formazione, Acli, Arci e Coalizione Italiana contro la pena di morte.

Info: Assessorato comunale alle Relazioni Internazionali, tel. 0522.456644
Reggio nel Mondo, tel. 0522.541739
CGIL, CISL, UIL, tel. 0522.357411

Tamara Chikunova vive a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan. Suo figlio Dmitrij, condannato a morte nel 1999, venne fucilato il 10 luglio del 2000. Aveva 29 anni.
Tamara non fu avvertita dell’esecuzione, dunque non potette neppure salutarlo un’ultima volta. In seguito alla sua tragedia familiare decise di fondare l’associazione pubblica “Madri contro la pena di morte e la tortura” assieme ad altre donne che come lei hanno perduto i propri figli con una esecuzione capitale e ad altre persone di diverse professioni e ceti sociali semplicemente contrarie alla pena di morte e determinate con coraggio a condividere con lei la stessa battaglia per la sua abolizione. “La pena di morte - sostiene Tamara- per la sua stessa essenza è generatrice di male. È la negazione del diritto e della possibilità di correggere un errore giudiziario. È un deficit di umanità nei fondamenti della società e dello Stato, porta in sé non soltanto l'errore, ma viola il più alto diritto inalienabile di ogni uomo: il diritto alla vita”.

Grazie all’operato e alla mediazione della sua associazione, Tamara ha contribuito a salvare le vite di diversi condannati alla pena capitale, nonostante abbia dovuto affrontare sacrifici personali e superare duri ostacoli, in un paese, l’Uzbekistan, dove la pena di morte è un segreto di stato e i bracci della morte sono i luoghi dell'oblio assoluto: i familiari dei condannati non possono visitarli, non sono messi al corrente della loro esecuzione e dopo non possono neanche venire a sapere il luogo della loro sepoltura. Si stima che ogni anno in Uzbekistan vengano uccisi dallo stato circa 200 detenuti. Ma sono cifre ottenute secondo calcoli probabilistici, poiché il sistema giudiziario del paese centro-asiatico non fornisce dati ufficiali al riguardo.
Tamara è la fondatrice dell’associazione pubblica “Madri contro la pena di morte e la tortura”, Uzbekistan e da diversi anni collabora con la Comunità di Sant’Egidio nell’ambito della Campagna Internazionale per l’abolizione della pena capitale. E’ stata candidata al Premio Nobel per la Pace 2005.

Dave Atwood ha fondato nel 1995 la Coalizione Texana per l'Abolizione della Pena di Morte ed è Speaker della TCADP. Atwood vive a Houston e lavora per accrescere la consapevolezza delle ingiustizie nel sistema della pena capitale e per garantire vera giustizia al sistema giudiziario texano. Tiene conferenze contro la pena di morte in scuole, chiese, sedi di istituzioni civiche in tutto il mondo. Condivide il suo attivismo nei riguardi dei legislatori ed i media con il lavoro insieme ai detenuti del braccio della morte del Texas e con le
loro famiglie. Nel 2003 ha parlato al 4° World Summit dei Premi Nobel per la Pace a Roma. Nell' ottobre 2004 David ha fatto uno sciopero della fame di 21 giorni contro la pena di morte. Nel novembre 2004 ha trascorso alcuni giorni in carcere per avere commesso disobbedienza civile, di fronte alla Walls Unite ad Huntsville, il carcere nel quale vengono giustiziati i detenuti texani, per protestare contro l'esecuzione di Anthony Fuentes.

Comitato: Reggio Emilia

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