Limpegno immediato dellArci per lemergenza in Libano
28-07-2006
L'Arci ribadisce il suo impegno per l'emergenza umanitaria libanese lanciando una campagna di raccolta fondi e organizzando, insieme ad altre ong, una missione umanitaria.
Il conto corrente per la raccolta dei contributi è cc bancario 508080, Banca Etica (CIN L, ABI 5018, CAB 12100) intestato Arci Cultura e Sviluppo, causale "Emergenza Medio Oriente"
L'ARCI in Libano
Arci collabora con la società civile in Libano dalla fine degli anni '90; dal 2003 ha attivo un progetto promosso di sviluppo umano co-finanziato dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri Italiano nella città di Tripoli, 80 km a nord di Beirut, gestito dalla sua Ong ARCS Arci Cultura e Sviluppo. Il progetto ha come obiettivo diretto il miglioramento delle condizioni di vita di bambine e bambini lavoratori di Bab el Tebbaneh, un quartiere fortemente degradato della città, fornendo loro un supporto scolastico (alfabetizzazione ed orientamento professionale), assistenza psicologica, medica e legale. Indirettamente il progetto interviene nel contesto sociale con azioni di sensibilizzazione della comunità locale e nazionale sulle conseguenze del lavoro minorile e sullo sviluppo psico-sociale del bambino.
Il progetto è stato ed è all'oggi sostenuto anche da campagne di fund raising associativo e da progetti di cooperazione decentrata realizzati da:
Comitato Regionale Arci della Toscana-con il contributo di Unicoop Firenze Comitato; Arci Lombardia-attraverso la Regione Lombardia e la Fondazione Cariplo Comitato Arci di Reggio Calabria-in collaborazione con la Provincia di Reggio Calabria; Arci Solidarietà Lazio-con un programma consortile di scambio formativo, NETICS, con Cisp capofila, cofinanziato dal Comune di Roma
Arci conosce la realtà libanese e in questi anni ha sviluppato una vasta rete di contatti a livello governativo e non governativo, interagendo con associazioni e fondazioni di tutte le appartenenze confessionali e ha intensificato queste relazioni nei contesti dei Forum Sociali Europei e Mediterranei.
Abbiamo anche rapporti diretti con ong palestinesi che sostengono programmi di formazione e sostegno sociale per i rifugiati nei campi e realizzano campagne per l'affermazione dei diritti civili in Libano.
Il nostro partner del progetto promosso a Bab el Tebbaneh a Tripoli è la Fondazione René Moawad (FRM), una ong di ispirazione cristiano maronita che da anni si distingue per la promozione e il sostegno alle campagne per l'affermazione dei diritti civili nel Paese.
La presidentessa, Nayla Moawad, è Ministro degli Affari Sociali del Governo in carica.
L'emergenza: la rete delle ong libanesi
Non appena sono scoppiate le ostilità una grande parte della popolazione del Sud del Paese ha cercato rifugio verso nord. La stessa cosa è successa a Beirut, i cui quartieri meridionali sono stati duramente bombardati. Dopo alcuni giorni di combattimenti gli sfollati erano già circa 500.000. molti di loro hanno trovato alloggio in edifici pubblici, soprattutto scuole messe a disposizione dal Ministero degli Affari Sociali.
Altri profughi sono stati accolti altrove, anche nei parchi pubblici della capitale. Per dare una risposta alle esigenze di questa massa di popolazione si è costituita una rete di 30 ong libanesi che hanno deciso di unirsi e lavorare senza alcuna distinzione di appartenenza alle diverse comunità che compongono il mosaico sociale del Paese. Si tratta per il Libano di una novità di grandissima importanza: in una situazione di conflitto, infatti, le ong, rinunciando ad esprimere posizioni di parte e dunque a lavorare solo con le comunità di riferimento, si sono unite in uno sforzo collettivo per aiutare i profughi. Questo dimostra quanto sia cresciuta e consapevole la società civile libanese e quanto dunque sul serio vadano presi i suoi appelli. La Rete ha preso il nome dal parco pubblico di Beirut dove nelle prime ore di guerra si era raccolta la popolazione in fuga: Sanayeh. La rete ha anche un sito: www.sanayehreliefcenter.blogspot.com
La rete di ong si è dunque organizzata per zone di lavoro, sempre però mettendo in relazione e sinergia tra di loro gli interventi: la Fondazione René Moawad (RMF) si interessa dei profughi ospitati in alcune scuole della zona collinare di Beirut e in altre nella provincia di Tripoli.
Le 4 scuole di Tripoli: una possibile risposta all'emergenza.
A Tripoli sono arrivate alcune migliaia di profughi e di sfollati. Una parte di questi sono stati accolti in 4 scuole. Il personale del progetto promosso Arcs-Arci a Bab el Tebbaneh e getsito con la Fondazione René Moawad ha tentato di dare una prima risposta all'emergenza: queste persone, che sono fuggite portando con sé solo poche cose, ora sono prive della possibilità di provvedere a se stesse. Le attività del Centro sostenuto dall' Arci si sono quindi concentrate adesso sull' esigenza prioritaria di dare risposte emergenziali all'aggravarsi dei problemi dell'infanzia dei quartieri nord della città. Potenziando il proprio servizio di consultorio medico e di ascolto psicologico dei giovani colpiti dai combattimenti e sostenendo anche le famiglie. Pur essendo rientrata la cooperante con l'evacuazione organizzata dal Ministero degli Esteri Italiano, lo staff locale segue con impegno e dedizione il proprio lavoro, reso difficilissimo e pericoloso dalla situazione contingente.Dall'Italia le strutture di Arcs e del settore internazionale dell'Arci stanno seguendo e monitorando le azioni umanitarie in stretto contatto con le operatrici del Centro e con il partner.
L'Arci e la René Moawad Foundation (RMF) intendono dare una risposta alle esigenze delle circa 430 persone (ma il numero dei profughi sta crescendo) ospitate presso 4 scuole di Tripoli. Tra loro di ci sono circa 100 minori, di varia età e quindi con diverse necessità.
Per ogni scuola si è cercato di capire i bisogni specifici.
L'Arci, ritenendo che il proprio ruolo nella crisi attuale sia quello di contribuire ad alleviare la sofferenza della popolazione civile senza distinzione di appartenenza, intende impegnarsi nel proprio corpo associativo a rintracciare fin da subito parte di queste risorse con una sottoscrizione popolare e chiede alle entità interessate il sostegno a questa azione nelle modalità che si potranno di volta in volta concordare.
Con questi obiettivi e finalità intendiamo supportare quella parte della società civile libanese che ha risposto all'emergenza con forte spirito di collaborazione e con chiara determinazione ad agire, superando le differenze confessionali e le appartenenze di gruppo: con queste forze sane e vitali.
L'Arci sta instaurando da tempo un dialogo e interscambio continuo e a maggior ragione vuole far sentire la sua vicinanza e il suo sostegno in questo momento .
In questi giorni stiamo valutando la possibilità di organizzare una missione di carattere umanitario in Libano insieme ad altre ong e associazioni italiane impegnate nel Paese da tempo con progetti di cooperazione e programmi di sostegno alla popolazione civile: lo scopo è quello di testimoniare in maniera diretta la nostra vicinanza a queste ong e realtà libanesi impegnate insieme nell'aiuto umanitario per consolidarne l'azione, riconoscendole come interlocutore affidabile e rappresentativo di un nuovo Libano che i fatti di queste settimane di guerra sembrano voler cancellare.
Ribadiamo l'urgenza dell'apertura di un corridoio umanitario che garantisca gli approvvigionamenti e l'assistenza ai profughi e sfollati e alle persone colpite dal conflitto nell'area e l'impegno diretto delle Nazioni Unite sia nel coordinamento di queste azioni che nell'attivazione di una forza di interposizione a Sud del Libano .
Tutto ciò auspicando che al più presto tacciano le armi e si instauri un dialogo tra le parti.