Ferrara - Festival dei Diritti: Diritti ad Oriente
01-03-2008
www.festivaldeidiritti.it
Diritti ad Oriente.
Pari opportunità e diritti nell’India contemporanea.
Sono trascorsi sessant’anni dall’assassinio di Ghandhi da parte di Nathuram Godse, politico e giornalista radicale indù. Lo sorprese mentre si recava a pregare, si abbassò di fronte a lui in segno di riverenza e gli sparò. Fu la morte del teorico della satyagraha, la disobbedienza civile contro l’oppressione, la morte del filosofo dell’ ahimsa, il principio della non-violenza con la quale Mahatma condusse l’India all’indipendenza.
“Se esiste un uomo non violento – diceva – perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio? Una città, un paese, un mondo non violento?” Ed è anche grazie a questo ottimismo che nel 1947 si assistette alla nascita dell’Unione Indiana, poi Repubblica federale. Un paese che oggi si estende in un’area grande dieci volte l’Italia, dove si parlano ventitré lingue ufficiali, secondo soltanto alla Cina per numero di abitanti. Nel 1961 Pasolini si recò in viaggio in questo territorio, con Moravia ed Elsa Morante e registrò le sue impressioni in un taccuino che sarebbe poi diventato L’Odore dell’India:“I gridi delle cornacchie ci seguono, più o meno fitti e disordinati, per tutta l'India. […] Con quel persistente verso negli orecchi, vediamo il paesaggio lentamente cangiare, come una sconfinata schiena emergente dalla polvere. Ma un cambiamento vero non avviene mai. In realtà esso resta uguale per centinaia di chilometri, da Bombay a Calcutta..."
Poco è rimasto della staticità fotografata dagli occhi dello scrittore: in questo cinquantennio l'India ha trovato l'opposizione della Cina nel conflitto nel Ladakh e del Pakistan in Kashmir, con il quale poi ha continuato a camminare sulla fune di un delicatissimo equilibrio. Sono stati gli anni in cui l’India ha scelto un ordinamento federale di ventotto stati e sette territori, anni un cui il Bangladesh ha ottenuto l’indipendenza dal Pakistan, anni in cui è stato fondato il Partito del Congresso, la prima forza politica del paese. Sono anni segnati anche da vittorie in campo sportivo come il primo posto nel campionato del mondo di hockey su prato e in quello di cricket, gli anni delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell'industria cinematografica indiana e della nascita di nuovi canali televisivi. Gli anni delle lotte ambientali di Vandana Shiva, di Madre Teresa di Calcutta, gli anni di Arundhati Roy, scrittrice impegnata nei movimenti anti-globalizzazione, gli anni in cui l’economista Amartya Sen riceve il premio Nobel. Ed è in questo ultimo cinquantennio che vengono lanciati i primi missili nucleari dall’India, in cui il Janata Party, la destra nazionalista, vince le prime elezioni, gli anni in cui parte delle coste indiane vengono devastate dallo tsunami.
Ma l’India è anche il paese in cui la satyagraha viene ancora praticata da miliardi di persone che si battono pacificamente contro lo sfruttamento e la deturpazione dei loro territori, per il riconoscimento delle loro scuole, lingue e tradizioni e per il rispetto dei diritti di bambini, donne, contadini e minoranze religiose.
Continuando il percorso avviato nelle precedenti edizioni il Comitato promotore del Festival si fa portavoce di chi sente la necessità di diffondere la conoscenza e consolidare la consapevolezza in tema di diritti umani. Diritti spesso calpestati nella Repubblica delle contraddizioni derivate dalla crescita economica e l'incapacità di far arrivare la ricchezza alle fasce più deboli, dallo sfruttamento delle risorse interne con irrimediabili danni ambientali che si ripercuotono sull'intera popolazione.
Si parla di India come prossimo gigante a fianco della Cina nello scenario internazionale: l'India della Tata Motors che lancia nel mercato l'utilitaria da 1700 euro, la meno cara al mondo; l'India dei software, delle attrici, dei nuovi stilisti emergenti, di Miss Mondo, l'India dello sviluppo delle infrastrutture e del settore farmaceutico, l'India delle centrali termoelettriche, delle risaie e dei giacimenti di carbone. Ma anche India dei disastri ambientali, delle stragi degli Adivasi, delle donne sottomesse in una società ancora patriarcale, delle disuguaglianze sociali sempre più acute.
La sesta edizione del Festival dei diritti è dedicata proprio a quel miliardo di persone che vive in questo territorio dalle mille facce, ma soprattutto a quei satyagrahi dei giorni nostri, con particolare attenzione alle donne e alle minoranze che cercano con i pochi mezzi a loro disposizione un’emancipazione in quello stato che è conosciuta come la più grande democrazia del mondo.
“Sì, è vero, - raccontò Arundhaty Roy in un'intervista del 2004 - se esci in macchina da Nuova Delhi e guidi per un’ora, ti ritrovi nel Medioevo. Però, anche in quel Medioevo succedono cose straordinarie, anche in quel Medioevo ci sono alcune fra le più fantastiche attiviste e pensatrici”.
Comitato: Ferrara