Giovedì 3 dalle 20:45
C’è stato un tempo in cui le città della Romagna rappresentavano la più grande preoccupazione delle autorità nazionali per la diffusa delinquenza e l’efferatezza dei delitti che vi venivano compiuti. Era la seconda metà dell’Ottocento: c’erano il brigantaggio, gli accoltellatori, le rese dei conti, ed era facile che si riproponesse nell’opinione pubblica nazionale lo stereotipo antico dei romagnoli violenti, faziosi, settari e traditori (tanto che sul finire del secolo il poeta Olindo Guerrini in un celebre sonetto si ribellava all’idea che queste terre fossero considerate “la cava degli assassini”). Ma dietro questo giudizio esagerato, è innegabile che una lunga scia di sangue attraversi la storia di Faenza, come di altre città della Romagna: dalla strage della “frutta del mal orto” di Frate Alberigo a La Castellina (Pieve Cesato), all’assassinio di Galeotto Manfredi per mano della giovane moglie, fino all’uccisione del conte Filippo Ferniani, all’uomo squartato davanti al cimitero di Granarolo, al “Brenta”, vero e proprio serial killer novecentesco.
Di questo e di altro racconta il libro “Faenza. La cava degli assassini”, edito da Il Ponte Vecchio (2020). Giovedì 3 dicembre, alle ore 20.45, il circolo Arci Prometeo presenterà in diretta Facebook quelli che sembrano racconti gialli e noir, ma che sono storie vere. Ospiti saranno i tre autori del volume: Gabriele Albonetti, Mattia Randi e Carlo Raggi.
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