Martedì 17 dalle 20:45
Agli inizi degli anni ’50 l’Italia era ancora, per molti aspetti, un paese sottosviluppato. L’industria poteva vantare un certo progresso nei settori dell’acciaio, dell’automobile, dell’energia elettrica e delle fibre artificiali ma era confinata principalmente nel triangolo economico nord-occidentale: Torino, Milano, Genova. La maggior parte degli italiani si guadagnava ancora da vivere nei settori tradizionali: piccole aziende, piccoli esercizi commerciali e soprattutto agricoltura. Tuttavia, tra il 1958 e il 1963 questa tendenza venne invertita: in meno di due decenni l’Italia cessò di essere un paese con forti componenti rurali ed agrarie, divenendo una delle nazioni più industrializzate dell’Occidente. Furono anni d’oro, quelli tra il 1950 e il 1970, per il commercio internazionale: lo scambio di manufatti aumentò di sei volte, l’integrazione economica dei maggiori paesi industriali raggiunse l’apice e si assistette alla fine del protezionismo economico. La stabilità monetaria e il mantenimento di un tasso di sconto favorevole da parte della Banca d’Italia, furono elementi che crearono le condizioni per l’accumulazione del capitale e il suo successivo investimento nell’industria. Tutte queste condizioni, unite ad un tasso annuo di crescita del 6,3% tra gli anni 1958-63, hanno contribuito a coniare il termine di “boom economico” per l’Italia di questi anni.
Con Guido Ceroni, presidente dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea in Ravenna e provincia, dialogheremo in merito ai cambiamenti sociali, economici e politici attraversati dall’Italia in questi anni, approfondendo in particolare le nuove dinamiche all’interno della famiglia e il nuovo protagonismo che le donne, che mano a mano rivendicano all’interno della società.
Evento online svolto in collaborazione con la Fondazione Bella Ciao.
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